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Tra istinto e consapevolezza

in dialogo nello studio di Andrea Fiorino

 

L’artista Andrea Fiorino si racconta, in questa intervista, guidandoci nel suo studio milanese pieno di segni, colori e suggestioni interiori che scandagliano la sua interiorità tra ricerca pittorica, didattica e arte terapia.

 

È un freddo sabato pomeriggio milanese quando Andrea Fiorino ci apre le porte del suo studio. Classe 1990, dà vita alle proprie opere all’interno di Spazio Florida; open space concepito come luogo di condivisione in cui convivono realtà ed esperienze creative diverse tra di loro: Press Press per citarne una.

Andrea Fiorino, siciliano d’origine, formatosi come pittore e grafico d’arte presso l’Accademia di Belle Arti di Brera, si dedica alla pittura dal 2016. Nelle sue opere, dal carattere fortemente figurativo, ciò che emerge è un immaginario complesso e stratificato, dove le dinamiche interiori, fatte di istintività effimere e primordiali, coesistono con il carattere tangibile e materico del colore e della figura. La visione cosmogonica della crescita nel suo processo educativo e la consapevolezza dell’essere sono le fondamenta del lavoro di Andrea Fiorino in continua costruzione e trasformazione.

 

Nello studio di Andrea Fiorino

 

Durante il nostro studio visit l’artista ci introduce ad Eco; una serie di lavori su cui verte la sua attuale ricerca.

Matrice del lavoro di ricerca per Eco è il suono, inteso come vibrazione insita nell’uomo. Un ritmo recondito nell’essere umano che l’artista percepisce e trasmette nella sua indagine pittorica. La genesi dell’opera avviene per mezzo del concreto, partendo dall’idea figurativa, fino a scomporla completamente facendola divenire altro da sé. Come il suono dell’eco si propaga per mezzo delle onde sonore, da parole chiare e scandite, ciò che ci viene restituito è invece un’alterità reiterata ed imprevedibile. La consapevolezza dell’uomo parte da ciò che esso genera, certo che, la ricompensa non sempre corrisponde all’aspettativa. Per questo in Eco, Andrea Fiorino riflette sull’analisi della propria parte istintiva che, attraverso il processo creativo, agisce in profondità quasi come una forma di meditazione. Un incontro tra gesto inconscio e conscio dove l’artista esprime la propria essenza eliminando la progettazione e agendo direttamente sulla tela.

 

 

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Nei tuoi lavori è presente una forte componente autobiografica. Quanto ha contribuito la pittura nell’autoanalisi?

La pittura é stata una grande alleata che mi ha permesso di entrare in contatto con il mio io profondo. Penso che sia un lavoro necessario per chiunque e la pittura mi è servita per capire certe dinamiche interiori difficili da scardinare e per comprendere o gestire le emozioni. Da questa riflessione è nata la serie ECO, ispirandomi all’effetto sonoro che si ha quando produciamo un suono all’interno di una caverna e ritorna indietro modificato, cambiato. Allo stesso modo, la mia pittura è un’eco di ciò che provo, penso, o sento e ritorna in immagine modificata e nuova.

 

Nella tua pittura c’è molta istintività. Che valore ha per te questo approccio alla produzione visiva?

L’istintività è la parte più viscerale che mi permette di essere il più possibile diretto nel mio agire, successivamente, a questo processo che mi attraversa, subentra una parte di elaborazione concettuale dell’opera, che avviene dando un nome, un titolo al lavoro.

 

Sovrapposizione di immagini, contrasto tra segno pittorico e grafico ed eterogeneità di supporti sono all’origine delle opere legate a questa serie di dipinti che si contraddistinguono per l’unione dei contrasti materici. Per Andrea Fiorino la varietà di questi elementi è essenziale per liberarsi dalle costrizioni compositive. Solo agendo in questa maniera l’artista è in grado di esprimere la parte più autentica di sé.

Contributo fondamentale di questa ricerca è il lavoro che Fiorino svolge come insegnante all’interno della scuola.  La spontaneità del gesto, la curiosità nella scoperta del materiale e la sperimentazione del colore fanno parte del processo creativo del bambino. Attraverso l’osservazione del mondo dei ragazzi, nella loro età evolutiva, l’artista ne ha saputo cogliere l’aspetto più naif, trasformandola in esperienza pratica. Una metamorfosi consapevole libera dove l’immagine ed il colore vengono liberati dai dogmi strutturali dell’arte: ciò che ne risulta è la dimensione umana dell’artista.

 

 

Pittura, insegnamento e arte terapia sono esperienze necessarie nella tua ricerca artistica. In quale maniera si interconnettono al tuo operare?

Sono tre elementi che si intersecano l’un l’altro, non riesco ad immaginare il mio lavoro senza uno di questi elementi. Insegnare mi ha messo in contatto con l’altro e con le difficoltà che si possono riscontrare attraverso il confronto. Osservando ciò che realizzavano i miei alunni e leggendo le loro riflessioni o le loro perplessità su un elaborato appena concluso, ho compreso quanto la pittura sia stata in questo l’alleata migliore in certi momenti particolari, quando vi erano, soprattutto, forti barriere comunicative che mi hanno consentito di potermi esprimere e comunicare a loro in maniera efficace un pensiero, riuscendo ad arrivare all’altro in maniera concisa ed empatica. L’arte terapia é entrata a far parte della mia vita in maniera consapevole solo da poco, poiché sto frequentando un corso di specializzazione in arte terapia clinica. Utilizzo il termine “consapevole” perché la mia pittura mi è servita molto spesso come mezzo di rielaborazione di emozioni e di momenti della vita complessi da gestire. Questi tre elementi, la pittura, l’insegnamento e l’arte terapia, sono la base da cui parto per il mio lavoro e sono parte integrante della mia ricerca.

 

Capovolgere il proprio punto di vista per trovare nuovi significati. In Eco sono protagonisti gli equilibri instabili dell’uomo. Andrea Fiorino ci racconta, tramite figure e colori, che spesso si ripetono tra loro, come attraverso prospettive ribaltate si può guardare il mondo con altri occhi. L’incontro e il confronto con la disabilità all’interno dell’ambiente scolastico, ed il suo personale percorso nel mondo dell’arte terapia, hanno permesso ad Andrea Fiorino di osservare il modo in cui i bambini accolgono come ricchezza ciò che noi chiamiamo diverso. La tela segnata dai colori vivaci di questi personaggi guida le mani dell’artista che, lasciate sulla superficie, scivolano nell’esperienza di chi sa cogliere e accogliere queste visioni dissonanti. Una forma di meditazione che, per mezzo dell’esperienza personale dell’artista, diventa concreta possibilità di dialogo.

 

 

La gamma di colori che utilizzi spesso si ripete. Che valore attribuisci a queste cromie?

I colori durante la mia ricerca si sono andati sempre di più ad assottigliare e a diminuire nelle sfumature per permettermi di essere il più diretto e sintetico possibile durante la realizzazione di un’ opera. Il colore é una parte molto importante della mia ricerca.

 

Quale pensi sia il compito dell’artista in un momento storico in così rapido divenire? 

Edith Kramer diceva che l’arte racconta la verità, ma non tutta la verità. Penso sia questo il compito dell’artista.

 

Quali sono i tuoi progetti per il futuro?

Sto lavorando ad un progetto che si terrà a giugno per Spazio Serra, in collaborazione con Ciaomare.