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Per ogni estatico istante

Giulia Dall’Olio ft. Paola De Pietri

 

Nella mostra Per ogni estatico istante (25 Settembre – 21 Novembre 2020), alla galleria G7 di Bologna, vengono esposte delle antitesi. Il titolo deve essere premonitore, come un pan inglese il gioco rimanda contemporaneamente all’istante colto, ad esempio, dagli scultori barocchi dell’apex dell’estasi religiosa, e allo stesso tempo alla contraddizione in termini, e a posteriori dopo aver visitato la mostra, in cui si giunge a cogliere appieno il suo senso piano piano – come scritto nel testo critico (Piano piano, veloce veloce) della curatrice Irene Sofia Comi, con cui abbiamo avuto il piacere di chiacchierare. Appena fatto ingresso, abbiamo abbracciato completamente i lavori, veloce veloce, in modo istantaneo appunto. Tuttavia, è stato necessario soffermarsi su ognuno degli scatti di Paola De Pietri e i carboncini di Giulia Dall’Olio per giungere al motivo che accomuna le due serie. Più che punti di tangenza abbiamo trovato due poli, la cui distanza, paradossalmente, avvicina.

I punti di contatto sono pressoché tecnici: il bianco e nero delle foto e del carboncino sulla tela/parete/carta; l’ispirazione naturale, la quale:

Da un lato è più intima e familiare, per Paola,

il percorso è cadenzato, esplorativo, ritmato dalle osservazioni

e le attese tipiche del fotografo, che vede prima di creare.

Il suo sguardo è obiettivo, le sensazioni e le pose limpide e trasparenti.

l’effetto prossemico che ci avvicina agli scatti di Paola

è conseguenza della stampa in formato grande

che implica maggiore precisione nei dettagli,

attraenti per gli occhi più vispi.

Dall’altro lato, la natura di Giulia è lussureggiante,

mistica e selvaggia come il suo tratto.

Lo sguardo è filtrato dall’opacità del carboncino e il viaggio mentale

che conduce Giulia presso le sue nature.

La verità del luogo è celata, non esposta esplicitamente come in fotografia.

Le sfumature che la tecnica impiegata comporta

– per la quale anche qui è necessaria la pazienza del fotografo –

le approssimazioni, dunque sono giustapposte a minuziose riproduzioni della flora

tipica dei suoi lavori, dalla precisione amanuense.

Una precisione che forse solo la fotografia è in grado di restituire.

 

Il ritmo dell’allestimento esalta le distanze, nonostante sarà compito di chi osserva ritrovare i punti di vicinanza tra le serie, in un costante andirivieni, un susseguirsi di avvicinamenti e allontanamenti dal display. Come in una melodia, le reiterazioni sono tali perché c’è un elemento che si frappone fra loro e le rende riconoscibili dopo un certo intervallo di tempo trascorso, così i lavori di Paola e Giulia, seppur nella loro distanza, sono estraibili dal contesto. Sebbene ne siano debitori di riconoscimento e valorizzazione reciproca.