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Rumore dell’umore

Una mostra personale di Beatrice Sancinelli

 

La mostra personale di Beatrice Sancinelli negli spazi del Chiostro del Carmine di Bergamo introduce a una fruizione multisensoriale del lavoro, tra video art e realtà virtuale.

 

Si è conclusa il 28 maggio Rumore dell’umore, la prima mostra immersiva di Beatrice Sancinelli presso il Chiostro del Carmine di Bergamo, a cura di Maria Vittoria Baravelli in collaborazione con Spazio Volta.

Beatrice Sancinelli (Bergamo, 1995) è regista, autrice e produttrice artistica. Si posiziona nel mondo dell’arte in maniera trasversale. Ha lavorato come video artista, filmmaker, critica cinematografica e conduttrice radiofonica. L’aspetto multidirezionale della sua formazione, prima e produzione, poi si esplicita nella complessità del suo ultimo progetto Rumore dell’umore, presentato nell’omonima mostra inaugurata a inizio maggio.

 

 

Sancinelli, negli spazi del Chiostro del Carmine, presenta una sola opera audiovisiva, realizzata in collaborazione con il ballerino e performer Emanuele Algeri – unico protagonista dei sei video che compongono l’installazione – con il sound designer Nicola Gualandris e con la make-up artist Angelica Primavesi. Questo lavoro si definisce nell’incontro tra una dimensione emotiva – comunemente inaccessibile dall’esterno – e l’innovazione tecnologica nell’ambito della realtà virtuale. Per fruire in maniera completa delle opere audiovisive, all’inizio del percorso della mostra, ciascunə də visitatorə viene dotato di cuffie e un Vest3 – un gilet aptico, utilizzato comunemente come accessorio per i gamer per vivere un’esperienza multisensoriale durante il gioco.

 

 

Non è un caso che Sancinelli inizi a delineare l’opera nel 2020, durante il primo lockdown. Rumore dell’umore ha infatti come origine – e punto focale – lo spazio della stanza, intesa come porzione di uno spazio più ampio, sia a livello architettonico che emotivo. Il tentativo dell’artista sta nel proporre una soluzione che permetta di sconfinare le frontiere spaziali e sensoriali, mettendo in discussione il ruolo di osservatorə. Coinvolgendo chi osserva a livello corporeo, difatti, questə ultimə diviene partecipante attivə, riconfigurando le possibilità di incontro e traslazione tra ordine reale e virtuale.

Lo spazio poli-narrativo che si delinea all’interno delle stanze completamente oscurate del Chiostro del Carmine, avviene attraverso sei video – tra schermi e proiezioni – diffusi nello spazio. Ogni video delinea una fase esistenziale – a partire da un’analisi metaforica della vicenda del lockdown – dalla nascita fino alla morte. L’esperienza de l’osservatorə-partecipantə risulta in un momento saturo a livello sensoriale in cui l’immedesimazione con ciò a cui si sta assistendo passa – letteralmente – attraverso il corpo.

 

 

La ricerca di Sancinelli sembra inserirsi in un contesto più ampio di sperimentazione in cui ambiti apparentemente distanti si incontrano per creare soluzioni ibride e stratificate. Ad oggi, questa tendenza è sempre più riconosciuta nel campo della ricerca artistica – e non solo – e risponde precisamente alla necessità di andare oltre le sovrastrutture e gerarchie imposte per trovare linguaggi che possano definire le complessità del contemporaneo.

In questo caso, il dialogo instaurato tra realtà virtuale e video arte è funzionale a tracciare delle coordinate che possano essere introduzione alla comprensione degli spazi-tempo in cui reale e virtuale si incontrano. La sovrapposizione di questi due ordini conduce verso possibilità di fruizione ed esistenza che evadano le delimitazioni di significato, per ammettere metodi di co-abitazione e condivisione non binari.

 

 

 

Photo credits: Giulia Casamenti