amareggïata
a tavola con Alessio Barchitta per scuotere le acque
Attraverso la stimolazione visiva confortante di una tavola imbandita di tutto punto e delle migliori pietanze di pesce, tipiche del territorio eoliano e quindi siciliano, Alessio Barchitta, invitato dall’associazione Amaneï e coinvolto nell’iniziativa “U Mari Cunta”, ci invita a riflettere sulla dimensione dell’importanza di rispettare l’ambiente marino dell’isola di Salina, al centro di un importante progetto volto a rendere l’isola Area Marina Protetta.
Nella peculiare location eoliana dell’isola di Salina, nel comune di Santa Marina, prende vita il progetto installativo ed espositivo di Alessio Barchitta “Amareggïata – eolian taste”, inaugurato il 5 luglio 2025 e visitabile fino al 5 settembre 2025.
La tavola “imbandita” dall’artista è collocata all’interno della sala espositiva dell’associazione Amaneï, una realtà culturale indipendente nata nel 2005 e che sviluppa il proprio operato attraverso il concetto di “incontro”, come lo stesso termine tuareg, che da il nome all’associazione, suggerisce; e sfocia in incontri, scambi e coinvolgimenti tra linguaggi artistici e artisti che sono anche culmine di residenze d’artista atte a creare dei movimenti intestini, terreni, in territori mitici come potrebbe profilarsi un’isola dell’arcipelago siciliano delle Eolie, la più bella forse per alcuni ma, certamente, quella che guarda tutte le altre, che le raccorda: Salina.
In funzione di questo principio di raccordo, l’esperienza di residenza di Alessio Barchitta, risponde alla consuetudine della sua ricerca che, in maniera ormai quasi magica, riesce a fare suo un territorio e ciò che contiene in termini umani, animali e vegetali, conducendo queste presenze in un punto che è sempre un fulcro.
Una significativa caratteristica del lavoro di Alessio Barchitta è insita nella capacità di riuscire ad acquisire, individuare una frazione di tempo, un momento, un atto considerevole, e congelarlo, per restituirlo e ricrearlo come ricordo, con una monumentalità indelebile, che avvicina alla visione finale descrivendo il processo e rendendolo comprensibile.
Il rito di fermare il tempo e riqualificarlo, vuole creare realtà completamente centrali che sono collettive e inclusive. La sfumatura di lettura diventa sempre meno criptica e il messaggio dell’artista è sempre più chiaro è lampante.
Se esplori il territorio dell’isola, composto da sei vulcani spenti, e raggiungi un punto abbastanza alto da avere una visione ampia – cosa per niente difficile – del paesaggio marino intorno, puoi constatare come le sorelle eoliane, da qualunque punto di Salina ti ritrovi a osservare il mare, siano tutte lì. Connesse da un fitto traffico di aliscafi, traghetti, e motonavi, si sostengono e si osservano, a volte anche in maniera rassegnata, perché l’arcipelago, nel periodo estivo, così come una qualunque area marina di interesse turistico, è letteralmente travolta dalla presenza umana.
Alessio Barchitta, supportato da Elettra Bottazzi, curatrice e direttore artistico dell’associazione Amaneï, nel corso della residenza durata un mese, tra aprile e maggio, ha inserito il suo lavoro in U Mari Cunta, nell’ambito del progetto Salina Isola Blu. L’iniziativa si sviluppa con l’intenzione di porre l’accento su una grande e indiscutibile verità: la cura e la tutela della bellezza del territorio, sia esso marino, culturale, terreno, aereo. La storia e la stabilità di un luogo non può essere identificata solo in una parte di quello stesso luogo; un luogo è tale perché contiene grandiosità sinestetiche capaci di raggiungere ogni tipo di avventore. Le isole Eolie, in particolare, riescono ad accogliere un quantitativo non indifferente di persone che giungono sulle rive delle sette isole attratti dalla potenza che luoghi come questi impongono in maniera innegabile.
Salina si abbandona alla forza umana che la travolge e, senza voler scadere nella retorica, ne esce sicuramente sconfitta. La consapevolezza ambientale però non è mai retorica ed è indubbio che un’area come quella dell’isola di Salina deve essere protetta; parole semplici e concetti basilari ma fondamentali. Il mare, e tutto l’ambiente che alimenta e che lo alimenta, sono luoghi e spazi che cercano continuamente modi di sopravvivenza nella bolgia turistica che la moda, il benessere, la necessità di mostrare, la ricerca di luoghi “instagrammabili” e chi più ne ha più ne metta, determinano.
Creare un’Area Marina Protetta, che è lo scopo principale dell’iniziativa coadiuvata dai tre comuni di Salina (Santa Marina Salina, Malfa e Leni), Amaneï e le associazioni Nesos, Blue Marine Foundation, Sicily Environment Fund, è in primis un’operazione educativa; il principio che sta alla base del tentativo di miglioramento e protezione della sfera naturale a noi connessa deve risiedere nel “modificare” micro atteggiamenti per ottenere macro risultati.
Attraverso iniziative, stimoli, promozioni, comunità come quelle di Amaneï dell’isola di Salina rivolgono e ripongono attenzione al benessere inteso come vivere in maniera sana e nel rispetto.
Il concetto di base di Amareggïata vuole condurre a una riflessione legata, inizialmente al gioco di parole che è il titolo; amareggiata si riferisce allo stato di dispiacere e angustia per qualcosa che è capitato o che non è capitato, e allo stesso tempo ricorda il termine mareggiata, quel fenomeno marino che ha come caratteristica finale quella di lasciare impatti significativi sulla costa contro cui si manifesta.
Quando l’interiorità vive uno stato di angustia, emergono scheletri, fantasmi e condizioni esistenziali non piacevoli che rinforzano lo stato di dispiacere; quando il mare rivolge in maniera “fisiologica” il proprio dispiacere alla costa, esso rilascia, trascina e sconvolge restituendo nel danno ciò che lo addolora.
Sulla tavola imbandita di Alessio Barchitta c’è tutto questo: un’analisi della fauna approfondita e ricalcata e una promessa di bellezza, minata dall’impossibilità di approcciarsi alla tavola in maniera convenzionale. Sedersi e mangiare ciò che il “ristorante” dell’artista ha proposto, anche attraverso un piacevole e succulento menù, risulta impossibile perché tutti gli elementi sono in ceramica bianca.
Gamberi, stelle marine, ricci di mare e altre pietanze ottenute con il nutrimento tipico di un’isola, si presentano ammiccanti ma irraggiungibili. Una perfezione e purezza scritta dal bianco e scandita da toni primari che invita ad avvicinarsi e che puntualmente delude; la voglia di prendere, di ricercare in maniera forsennata, di fotografare la bellezza di una pietanza tipica, il bisogno di fare incetta sono elementi che conducono verso il desiderio. Quel desiderio rimane in superficie, galleggia insieme alle bottiglie di plastica, alle noncuranze e alla massa in un balletto feroce che tiene sì conto della bellezza ma solo come elemento sfruttabile e piegabile alla volontà innaturale del disumano.
Fermarsi a riflettere è il primo obiettivo del progetto di Alessio Barchitta che, in una mossa carica di conforto crea un’icona indelebile, così come chiunque si sia avvicinato alla porta finestra dell’associazione Amaneï ha lasciato intendere… è un ristornate? è un negozio di ceramiche? c’è una cresima? una comunione? stanno girando una scena di un film? fermiamoci qui a vedere cosa poter mangiare…