ArtInterviews

Nello studio di Giuliano Cardella

Coltivare il legame con il bambino dentro di sé

 

L’artista visivo Giuliano Cardella si racconta in una intervista condotta nel suo studio, nel quale ha modo di poter approfondire alcuni aspetti della sua produzione artistica, condividere preziosi ricordi del suo passato, raccontare il rapporto con la Sicilia e dei progetti in cantiere per il nuovo anno.

 

Giuliano Cardella (Lumezzane, 1970), ha vissuto e operato a Lumezzane (BS) e negli ultimi anni si è trasferito a Catania, Sicilia. Dopo essersi diplomato in arte applicata presso l’Istituto d’Arte di Castelmassa (RO), inizia la sua attività artistica correlata da numerose mostre personali e collettive in Italia e all’estero. Ben presto iniziano ad arrivare i riconoscimenti ufficiali in ambito nazionale e internazionale: alcune opere dell’artista sono state selezionate ed esposte presso la Royal Academy of Art e la Saatchi Gallery, entrambe di Londra.

L’artista collabora con la Galleria Carta Bianca di Catania, con la Galleria  SpazioNoto – Art Design a Noto (SR), la Takeaway Gallery a Roma e la  The Fletcher Art Gallery a Nottingham (UK); i suoi lavori sono anche presenti presso il Museo di Arte Contemporanea di Maccagno (VA) ed in vari spazi espositivi tra Milano e Roma.

 

Giuliano, in altre occasioni hai parlato come la tua arte sia legata al segno e al pregrafismo, potresti approfondire questi due aspetti della tua produzione artistica?

Nel contesto artistico con il termine segno si è soliti riferirsi ad un elemento grafico frutto di una gestualità dell’artista, il quale può assumere infinite forme, essere semplicemente un piccolo dettaglio o un elemento ricorrente in più serie di un’artista, o ancora essere addirittura un modulo grafico su cui si basa l’intera composizione. Invece, con pregrafismo ci si riferisce alla modalità di esprimersi dei bambini in età prescolastica, quando sono soliti realizzare disegni astratti senza significati specifici o disegni collegabili a narrazioni di fantasia, dove si svelano le sfumature delle personalità dei più piccoli. Questi due elementi sono alla base della mia produzione artistica: insieme al colore realizzo delle composizioni sempre diverse e fortemente personali.

 

La mia fascinazione per queste tecniche nasce durante la mia formazione presso l’istituto d’arte, quando mi accorsi del sovrapporsi casuale dei segni incisi sul mio tavolo scolastico. Il continuo marcare di pressioni diverse sulla superficie lignea hanno dato vita a forme uniche. Così ho spontaneamente lasciato la sperimentazione sulle parole che stavo conducendo a quel tempo e ho iniziato ad affidarmi all’espressività del segno e del colore.

 

Giuliano Cardella. Autoscatto.

 

Le tue opere tendono a raggiungere una sorta di grado zero dell’espressività. Nonostante questo utilizzi molte tecniche e materiali, c’è una motivazione in particolare?

Il mio rapporto con i materiali lo definirei un vero e proprio incontro, nasce più per una casualità che per una mia ricerca. Sono solito utilizzare oggetti che (ri)trovo in ogni contesto in cui vado, ad esempio mi è capitato di utilizzare la vernice rossa di una latta gocciolante ritrovata in una spiaggia della provincia di Catania o la carta velina proveniente da un vecchio appartamento sottostante al mio. I materiali abbandonati con cui entro in contatto poi vanno a confluire nel mio studio e non è detto che io li utilizzi subito, viceversa mi è capitato di utilizzarli anche dopo anni, quando finalmente cadendo sotto il mio sguardo ne rimango irresistibilmente attratto, come accade ai bambini con gli oggetti a loro sconosciuti, e decido di renderli protagonisti in nuovi lavori. L’incontro con la materia e la mia curiosità costante mi portano a realizzare delle creazioni che sono contemporaneamente bozza e opera finita. Il mio estro creativo tende a inglobare qualsiasi materiale e tecnica, infatti sono convinto che se smettessi di creare, smetterei immediatamente anche di respirare.

 

 

Nel sistema dell’arte contemporanea si sono perse alcune categorie di giudizio con cui poter valutare i singoli manufatti artistici. Secondo te cosa attrae maggiormente nelle tue opere? Definiresti la tua produzione artistica come esteticamente ‘bella’?

Non amo utilizzare l’aggettivo ‘bello’ nel contesto artistico, in quanto sono convinto che un’opera possa essere esteticamente sgradevole o interessante. Al giorno d’oggi siamo andati oltre: il bello non ci emoziona più. Mi accorgo che coloro che apprezzano e collezionano le mie opere vengono rapiti da un’emozione che tende a toccarli nel profondo, li rimanda probabilmente alla loro infanzia. Magari alcuni ricercano un significato recondito che io non dò consciamente. Mi è capitato più volte di chiedermi il significato di alcune mie creazioni, ma riflettendoci più approfonditamente non mi interessa saperlo: quello che produco è un manufatto artistico forgiato dall’istinto. È grazie a quest’ultimo che è possibile individuare un fil rouge nelle mie opere passate, presenti e future.

 

Oramai sono passati cinque anni dal tuo trasferimento dalla provincia di Brescia a Catania, mi chiedevo se percepissi un cambiamento nella tua produzione artistica.

Ho iniziato a lavorare da giovanissimo e probabilmente per questo non riesco a rimanere con le mani in mano. Una volta in Sicilia ho fin da subito preso la decisione di voler sperimentare nuove tecniche e dove potevo trovare un ottimo docente di ceramiche se non in Sicilia?

 

Innamorato di questo nuovo modo di esprimermi, ma non avendo un forno tutto mio, mi capita spesso di girare per le strade catanesi piene di pezzi pronti per essere cotti, che non sempre riescono a sopravvivere alle montagne russe di buche e dossi della città. Questo genere di impedimenti e problematiche della città mi hanno portato a utilizzare degli espedienti non proprio canonici: ho deciso di unire io stesso i pezzi rotti e più piccoli con il cemento a presa rapida. Un piccolo escamotage che non tendo a nascondere, anzi coloro con dello smalto lo strato esterno del cemento per dargli maggiore risalto, agisco con lo stesso procedimento come quando unisco più fogli con delle graffette: è un insieme di più elementi che dialogano tra loro e compongono un qualcos’altro, diventano un qualcosa di più della mera somma degli oggetti. Noi artisti non dobbiamo nascondere nulla, l’arte non è un gioco di prestigio, tutto è parte di un processo creativo.

 

Giuliano Cardella, Ceramica, 2020.

 

Mi puoi parlare della tua collaborazione con la Fondazione La Sorgente Polare?

È nata casualmente dopo una breve chiacchierata per le vie del centro di Catania, quando un volontario della fondazione venuto a conoscenza della mia professione, mi ha subito chiesto di tenere un laboratorio di disegno per i bambini dai cinque ai dodici anni residenti nel quartiere San Cristoforo, uno dei più complessi della città.

Ho accettato con grande entusiasmo, sono convinto dell’importanza di creare delle piccole parentesi di benessere per i bambini, lontani dai problemi di casa, della scuola e della strada. Insieme disegniamo, coloriamo e ci educhiamo a vicenda al bello.

Con questa esperienza sto nel mio piccolo vivendo la mia missione personale tramandatami dalla mia maestra delle elementari, con cui sono tutt’ora profondamente grato, la quale mi ha trasmesso la passione per l’arte. Mi riferisco ad un evento in particolare, dove questa mia maestra ha deciso di incorniciare un mio grande cartoncino, che avevo decorato per mesi nell’ora di disegno, donandomelo con grande emozione mia e dei miei genitori, e proprio in quel momento ho compreso di voler intraprendere la carriera artistica. Nel laboratorio con i più piccoli provo a fare lo stesso: mi è capitato più volte di incorniciare alcuni lavori realizzati dai bambini, nella speranza che anche loro possano custodire fino all’età adulta una tale ricordo spensierato.

 

Programmi per il futuro?

Ho alcuni progetti in cantiere: alcuni si realizzeranno a breve come la Mostra Personale “Il Mio Sentire” che inaugurerò a Catania il 13 Gennaio nello spazio espositivo di Piazza Scammacca e un’altra Personale che sto organizzando a Potenza in collaborazione con la Galleria Memoli Arte Contemporanea. Altri progetti si concretizzeranno nei prossimi mesi in collaborazione con le Gallerie siciliane SpazioNoto – Art Design, Carta Bianca e Galleria Vecchio (Randazzo) e la Galleria Fletcher Art.