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La Galleria X3. Geografie e storie di transizioni fotografiche
di Salvatore Davì

“Che cosa sa il mio corpo della fotografia?”
(Roland Barthes, La camera chiara, Einaudi, Torino 2003, p. 10, ed. or. 1980)

Con questa frase Roland Barthes inizia a riflettere sulla fotografia, aprendo così uno spazio conflittuale tra la scientificità e la soggettività dello sguardo fotografico, che attraverserà tutta la riflessione de La camera chiara. Sembra che Barthes voglia esaurire le caratteristiche che contraddistinguono la fotografia come strumento d’indagine scientifica; il suo sguardo spoglia la fotografia dai concetti di “realtà («ciò è stato») e verità («Ė esattamente questo»)” (R. Barthes, ivi 112). Il dispositivo fotografico si presenta come sguardo incompiuto che abbandona la pretesa dell’unicità oggettiva; lo sguardo dell’operator (come lo definisce Barthes) si presenta parziale e residuale, pur deducendo scientificamente lo spectrum (ciò che è fotografato). Lo spectator (colui che guarda) sta all’operator come una sentinella, ed è proprio egli che si appropria della domanda iniziale di Barthes frammentando la complicità seduttiva e la gerarchia che sussiste tra la preda e il suo carnefice, tra il fotografo e il soggetto catturato. Il ruolo dello spectator si trasforma, da passivo diventa attivo; egli annienta quel processo che ha condotto la fotografia a diventare lo strumento scientifico più idoneo ed efficace per la definizione di canoni visivi condivisi; si interrompe il processo che vede la macchina fotografica puntata come un’arma e l’immagine diventa sempre più democratica.
Lo spectator è, dunque, colui che opera come un bypass, colui che ripropone la domanda di Barthes al fotografo e al contempo a se stesso. Dal 2010 la Galleria X3, a Palermo, funziona in questo senso, si adopera come un bypass a favore della cultura fotografica; la mission della Galleria è chiara: “scopo di galleria X3 è quello di sviluppare la cultura fotografica attraverso una continua attività di mostre, incontri, seminari, etc. per contribuire alla comprensione dei linguaggi propri della fotografia contemporanea e alla conoscenza degli autori”. Tre anni di mostre e incontri fino ad arrivare alla recente mostra collettiva organizzata presso i locali di Palazzo Ziino; l’esposizione ha coinvolto più di trenta artisti divisi in otto sezioni tematiche e in due momenti espositivi.

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La mostra, dal titolo Geografie e storie di transizioni, è solo l’ultima tappa del percorso che, in questi anni, ha coinvolto lo staff della Galleria, da Ezio Ferreri (ideatore, direttore artistico e fotografo) a Emilia Valenza (curatrice e direttore artistico) all’organizzazione e allo staff curatoriale (Marida Faldetta, Giulia Scalia); l’intera mostra è segnata dal senso della parola ‘transizione’ e pone la fotografia come strumento soggettivo per donare testimonianze “che richiedono”, come afferma Emilia Valenza, “una comprensione del luogo in cui ci si trova e del momento che si sta vivendo”. (cat. mostra, Geografie e storie di transizioni, Controluce Edizioni fotografiche, 2013, p. 6). Guardare un luogo e coglierne le trasformazioni non può prescindere dall’osservazione degli individui che lo abitano; la società contemporanea viene presentata, dunque, con un taglio trasversale che attraversa i due momenti espositivi: migrazioni, conflitti, persone, introspezioni nella prima tranche (dal 9 al 24 aprile 2013); ambiente, etnie, società, arte tra immagine e sistema nella seconda tranche (dal 29 aprile al 18 maggio 2013). I temi toccano i punti cruciali della storia della fotografia, e le immagini sembrano voler accennare a una sorta di riscatto da decenni di ritratti tipologici e classificazioni strumentali che hanno visto la fotografia protagonista nella costruzione di stereotipi al servizio dell’antropologia, dell’etnografia, della medicina, della criminologia, della geopolitica e del colonialismo.
Il progetto di Palazzo Ziino scioglie dei nodi concettuali fondamentali, per cui, ad esempio, emerge con forza la consapevolezza dei migrati nelle immagini di Alessandro Di Giugno e il concetto di identificazione culturale in quelle di Valerio Bellone e Giacomo D’Aguanno; i lavori di Santo Eduardo Di Miceli e Domenico Aronica si soffermano sul senso della negoziazione culturale; il sofferto riscatto di una società e l’attesa del cambiamento è presente nelle foto di Fabiano Avancini e Emanuele Lo Cascio; la profonda riflessione sui rapporti affettivi di Pietro Motisi si lega all’indagine introspettiva di Rori Palazzo. Le immagini si legano e dunque la riflessione sociale di Fausto Brigantino, rivolta al ruolo sociale degli anziani, si accosta all’intimità dei luoghi violati dai disastri ambientali delle foto di Benedetto Tarantino; l’ambiente e la denuncia sociale nelle foto di Riccardo Scibetta fanno da contraltare alla riflessione sulla strumentalizzazione mediatica dell’immagine di Sergio Zavattieri. I ritratti accompagnano tutti i temi trattati, dai Legami di Valentina Glorioso che sembrano chiedere cosa sanno, o possono dire, quegli sguardi ritratti, alle immagini di Jose Florentino che sembra voglia accertare la presenza di un soggetto già conosciuto attraverso il contatto con l’obiettivo.
Occuparsi di fotografia con costanza, coerenza teorica, e rispetto per un medium così complesso e allo stesso tempo così diffuso, non è un compito facile; l’intensità e la profondità dei temi trattati in questa mostra sono la testimonianza della tenacia operativa della Galleria X3 che in questi anni ha diffuso e monitorato lo stato della fotografia in Sicilia tenendo alta l’attenzione verso temi e fotografi nazionali e internazionali.

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GEOGRAFIE E STORIE DI TRANSIZIONI #1 – #2
a cura di Galleria X3
Palermo, Palazzo Ziino
via Dante 53
9 aprile – 18 maggio 2013

9 aprile -24 aprile
primo appuntamento della mostra:

Migrazioni
[Valerio Bellone, Gianni Cipriano, Giacomo D’Aguanno, Alfredo D’Amato,
Alessandro Di Giugno, Giuseppe Piazza]

Conflitti

[Fabiano Avancini, Emanuele Lo Cascio]

Persone
[José Luis Florentino, Arianna Forcella, Valentina Glorioso]

Introspezioni
[Pietro Motisi, Rori Palazzo, Stefania Romano, Luca Saini, Simona Scaduto]

29 aprile -18 maggio
seconda parte dell’esposizione:

Ambiente
[Roberto Boccaccino, Salvo Veneziano, Filippo Messina, Angelo Pitrone, Sandro Scalia,
Riccardo Scibetta, Benedetto Tarantino]

Etnie
[Santo Eduardo Di Miceli, Domenico Aronica]

Società
[Fausto Brigantino, Luca Lo Iacono, Gabriele Lentini, Filippo Mannino,
Melania Messina, Dodo Veneziano]
L’arte tra immagine e sistema
[Ezio Ferreri, Armando Romeo Tomagra, Sergio Zavattieri]

catalogo: Controluce edizioni fotografiche
testi critici: Valentina Di Miceli, Giulia Scalia, Emilia Valenza
patrocinio e sostegno:
Comune di Palermo
Assessorato alla Cultura
Palermo Capitale Europea della Cultura 2019
Sponsor: Geolab srl
www.galleriax3.org

(1) Galleria X3
(2) Fabiano Avancini, Close the circle, courtesy Galleria X3
(3) Giacomo D’Aguanno, Coppa d’Africa, courtesy Galleria X3
(4) Valerio Bellone, Cricket, courtesy Galleria X3
(5) Domenico Aronica, Il Cairo, courtesy Galleria X3
(6) Riccardo Scibetta, Post atomic Sicily, courtesy Galleria X3
(7) Jose Florentino, Ritratti, courtesy Galleria X3
(8) Alessandro Di Giugno, Catarratto e trebiano, courtesy Galleria X3
(9) Fausto Brigantino, Expectancy, expetance, expectation, courtesy Galleria X3

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