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Intervista a Rebecca Agnes
di Giuseppe Mendolia Calella 

Chi è Rebecca Agnes? Raccontaci brevemente di te…

Le mie tag potrebbero essere: donna, bianca (white*), queer (**), (post-) femminista, artista.
Sono nata a Pavia, una città immobile, molto chiusa, dove non succede mai nulla. Ho frequentato un istituto d’arte a Milano, città in cui mi sono poi trasferita per continuare gli studi all’Accademia di Belle Arti di Brera. Ho vissuto a Milano fino al 2006, anno in cui mi sono trasferita a Berlino. Inizialmente l’idea era di viverci per qualche mese soltanto, ma poi ci sono rimasta per motivi personali.

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white* Secondo la definizione di “Mythen, Masken und Subjekte” (Maureen Maisha Eggers et al.), la definizione  bianco  viene adottata come una categoria che descrive non la visibilità naturalmente data, ma la visibilità prodotta, interpretata e praticata.

Altre info
http://en.wikipedia.org/wiki/Whiteness_studies
queer **   http://it.wikipedia.org/wiki/Queer

 

Che musica ascolti? Qual è l’ultimo libro che hai letto? Chi sono gli artisti che ami?

Ascolto musica alternativa, un misto di gothic, brit-pop, new wave ed electro, per intenderci Diamanda Galas, The Cure, Joy Division, Kraftwerk,Einstürzende Neubauten, Nine Inch Nails, Plaid.
L’ultimo libro che ho letto è “Opa war kein Nazi” (il nonno non era un nazista, traduzione del titolo mia), una ricerca su come la memoria del passato nazista è trattata in famiglia.
Scrittori/ scrittrici che influenzano il mio lavoro sono Italo Calvino, Jorge Luis Borges, P. K. Dick, J. G. Ballard, Haruki Murakami, Simone de Beauvoir, Judith Butler e P. P. Pasolini.
Alcuni/e artisti/e: Alighiero e Boetti, Louise Bourgeois, Cindy Sherman, Fischli & Weiss, Andrea Zittel, Aya Takano, Rebecca Horn.

Come definisci il tuo lavoro?

Di matrice concettuale.

C’è stato un evento o un incontro in particolare che ha segnato una svolta nella tua ricerca?

Essermi formata artisticamente a Milano, aver vissuto per un breve periodo a Parigi, essere ora a Berlino ha influenzato la mia ricerca, ma ovviamente più che i luoghi sono le persone incontrate ad aprire nuove prospettive. Milano negli anni ’90 era una città aperta, in qualche modo eccessiva, magari edonista (con pro e contro), ma per quanto riguarda l’arte una “buona scuola”, ma estremamente individualista. A Berlino, anche per il fatto di aver vissuto in una Hausprojekt per più di un anno, l’orizzonte si è come ampliato. La distanza aiuta sempre a capire da dove si viene e a dargli un senso intellegibile.

Lavori con la parola intessendo una trama complessa che si risolve nel significato attraverso il significante e viceversa… non è così?

Molti dei miei lavori riguardano l’immaginario che si costruisce attorno alla letteratura e, viceversa, la realtà che si plasma sulla finzione, sul rapporto fra narrazione e reale e l’importanza di raccontare storie, perché quando un fatto non viene raccontato, registrato, è come se non fosse mai accaduto. La responsabilità di chi racconta è cruciale perché vi è implicito il potere del legittimare o negare un accadimento. Attorno a noi persistono mille storie inascoltate, negate, perché non hanno trovato una voce e magari non la troveranno mai. In questo trovo molto importante i lavori che nascono dalla collaborazione con altre persone. E’ un modo per ampliare il mio punto di vista, per approfondire la mia esperienza di singolo.

Come definiresti il panorama artistico siciliano? 

Molti/e artisti/e con un lavoro valido (fra i/le quali che conosco personalmente Adalberto Abbate, Silvia Giambrone, /barbaragurrieri/group) e realtà interessanti come Zelle (con Federico Lupo), Bocs (con Gianluca Lombardo e Giuseppe Lana) e Passo. Da lontano è visibile una grande volontà a realizzare progetti e a cercare di proporre nuovi punti di vista più che altro per iniziativa di associazioni culturali e artisti/e appunto.

Che progetti hai per i prossimi mesi? A cosa stai lavorando?

Per rispondere a questa domanda parto da un lavoro che ho realizzato in precedenza, continuo con un’esperienza recente per concludere con un progetto futuro. Nel 2010 ho realizzato l’installazione “luoghi che non esistono più”, in pratica la ricostruzione di certi luoghi milanesi che sono stati un punto d’incontro di una certa generazione e di una specifica scena alternativa della città. Accanto ai modelli era presente una selezione di testimonianze, ricordi o brevi interviste, delle persone che hanno vissuto questi luoghi, in maggioranza reperiti in internet tramite blog o social forum. Una sorta di mappatura di una città che non esiste più se non nei ricordi di alcuni, e le cui tracce sono molto esigui nel web, perché precedenti alla digitalizzazione odierna. Questo autunno mi è stato chiesto da Art&Tours (http://www.artandtours.com/index.html) di ideare un tour alternativo a Berlino per la loro iniziativa “Walk with the artist”. Quello che ne è nato è “displaced monuments and disappeared places” (monumenti dislocati e luoghi scomparsi), una passeggiata-intervenzione alla ricerca delle tracce del passato recente della città, fra rimozione, dimenticanza e stratificazione nel quartiere Mitte. La passeggiata è iniziata da Rosenthalerplatz, uno dei luoghi che preferisco a Berlino, o meglio, che preferivo, perché la piazza che amavo non esiste più se non nella mia memoria. La piazza è sempre lì, ma è cambiata così tanto negli ultimi anni che è irriconoscibile. Uno dei progetti a cui sto lavorando è appunto “Imbiss”, si tratta della ricostruzione dei baracchini (Imbiss in tedesco) che occupavano il vuoto fra i palazzi della piazza (vuoto ora riempito da un enorme hotel).

A parte il lavoro di artista, da poco tempo sono parte dell’associazione culturale 22:37 (http://www.22e37.com/). Con 22:37 presenteremo a metà Dicembre da CORPO 6 Gallery a Berlino il progetto “Out of Place_an ongoing archive” (Fuori Luogo_un archivio in progress) con il supporto di berlinerpool (http://www.berlinerpool.de/).

 

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1. Marte, dalla serie Pianeti, 12 ricami a mano su cotone, intelaiati, 29.7 x 42 cm, 2011.
2. Pianeti, 12 ricami a mano su cotone, intelaiati, 29.7 x 42 cm e 20 x 42 cm. Veduta dell’installazione, VBM 2O.1O contemporary art and design, Berlino, 2012.
3. Gothic, animazione in 2D, 5″, formato 16:9. Musica di Jermozero. 2012.
4.Luoghi che non esistono più, 16 modelli in legno e cartone dipinto, dimensioni varie. Veduta dell’installazione, Artopia, Milano, 2010.
5.Imbiss, schizzo in vettoriale.

 

 

 

 

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