ArtInterviews

 

Una nuova residenza d’artista in Sicilia

tra paesaggio e genius loci

Intervista a Marieteresa Zagone

 

In occasione del lancio dell’open call per una residenza d’artista alla Tenuta Rasocolmo di Messina, abbiamo rivolto delle domande alla Curatrice Mariateresa Zagone per farci raccontare come si svilupperà il programma e per raccogliere il suo punto di vista su questo tipo di esperienze in Sicilia.

 

Ritratto di Mariateresa Zagone.

 

Mariateresa Zagone è una curatrice e Storica dell’Arte che da anni porta avanti, con impegno, il lavoro di promozione, attraverso l’arte contemporanea, del suo territorio d’appartenenza ovvero quello messinese. È attiva in molteplici progetti trasversali in cui la ricerca e il dialogo con gli artisti, di diverse generazioni e con differenti approcci, è lo stimolo fondante del suo operato curatoriale.

 

Tra i tanti progetti che Mariateresa conduce c’è anche un nuovo programma di residenza che si pone l’obiettivo di far dialogare l’arte con un territorio ricco di storia e mito, ma anche dall’impianto paesaggistico suggestivo che stimola la ricerca e la progettualità.

Grazie alla volontà della Tenuta Vitivinicola Rasocolmo è attiva – fino al 31 dicembre 2023una open call per artisti italiani e internazionali, chiamati a lavorare a un progetto tematico e a destinare la loro opera al Parco di Sculture della Tenuta.
Il bando – consultabile qui – è rivolto ad artisti che operano nel campo della scultura e dell’installazione.

 

Ma conosciamo meglio Mariateresa Zagone che ci racconta cosa succederà in residenza:

 

Come è nata la collaborazione con la Tenuta Rasocolmo? Da quali presupposti prende avvio questo progetto di residenza?

La collaborazione con la Tenuta nasce casualmente nel 2018 quando, col mio compagno, abbiamo prenotato una degustazione. È subito nato un feeling con Francesco, il proprietario, in nome dell’arte e della valorizzazione del territorio. Francesco conserva infatti, nella tenuta, una collezione incredibile di opere del prozio e del nonno Carmelo Bonanno, pittori messinesi dei primi anni del ‘900, il secondo dei quali anche illustratore, oltre che paesaggista di pregio.

Ho così proposto delle curatele per mostre di artisti siciliani; la prima è stata, nel 2019, una open call (cui hanno partecipato, fra i tanti: Salvo Rivolo, Alice Valenti, Francesco Totaro, Simone Caliò, Giuditta Rustica, Antonino Gaeta, Demetrio Scopelliti) che legasse arte e vino, vista la specificità dell’Azienda in cui si produce l’unica DOC del Comune di Messina, il Faro, appunto. Sono seguite poi le personali di Lorenzo Maria Ciulla, Simone Caliò, Santo Previtera, Pupi Fuschi e la bi-personale “Aqua” di Alba La Mantia e Monreau.

 

Dipinto di Carmelo Bonanno esposta nella mostra permanete a lui dedicata negli spazi della Tenuta Rasocolmo.

 

Come si svolgerà il periodo di residenza per l’artista che sarà selezionato?

Il periodo sarà caratterizzato da incontri con esperti sulla storia, sulle specificità culturali, antropologiche, botaniche e geologiche del territorio della costa tirrenica del comune di Messina (che ha 54 km di costa suddivisi fra Ionio e Tirreno) in cui insiste Capo Rasocolmo che è, fra l’altro, il Promontorio più a nord della Sicilia e in cui è ubicata la Tenuta vitivinicola. In programma ci sono anche dialoghi con me in qualità di curatrice e una conferenza stampa – fra i filari – con una passeggiata, aperta ai cittadini che vogliono partecipare in occasione dell’inaugurazione delle opere.

 

Oltre che con la natura e il paesaggio che circonda la tenuta l’artista potrà confrontarsi – più largamente – con il territorio messinese?

Certamente, anche se il principale obiettivo è proprio il contatto col territorio per il quale, cogliendone l’humus, verrà pensata, progettata e realizzata la scultura o l’installazione site specific. Ho immaginato questo programma di Residenze come qualcosa di quasi ascetico, legato alla estrema poesia dei luoghi in cui, a saperlo ascoltare, vive ancora il mito… Proprio di fronte: le Eolie; al tramonto sono uno struggente soffio in cui è possibile sentire ancora il dio dei venti.

 

Vista delle isole Eolie dalla tenuta.

 

Nel panorama contemporaneo siciliano che ruolo hanno le residenze artistiche in questo momento?

Il solo fatto che abbia progettato e proposto bandi per Residenze dal 2016 e che solo dopo sette anni e solo un privato lo abbia sposato con entusiasmo, finanziandolo, almeno fra Messina e i Comuni della sua provincia… beh, credo che sia già una risposta esaustiva.

 

Apprezzo moltissimo, rimanendo confinati alla mia provincia, il movimento, la progettualità e la proposta del collettivo Flock di Barcellona Pozzo di Gotto col suo ciclo di Residenze estive “Discontinuo” e quelle che L’Atelier sul Mare di Antonio Presti ha finora realizzato in occasione del Rito della Luce a Tusa.

Il resto della Sicilia, per fortuna, è decisamente più avanti, dalle residenze presso aziende agricole e vinicole o presso le Boutique Hotel del siracusano e del ragusano (forse la zona più attiva), a quelle promosse da Casa Bramante a Palazzolo Acreide, e ancora quelle dalla splendida realtà del Museo Civico di Castelbuono e dell’Orto Botanico di Palermo o quelle più note della Farm Cultural Park di Favara (Ag) o della Fondazione Orestiadi di Gibellina.

Ne avrò di certo dimenticata qualcuna ma credo che la Sicilia si stia da un po’ di tempo allineando allo sforzo economico e di ricerca del resto d’Italia anche se, ed è una atavica pecca del nostro sistema politico, i Comuni, grandi o piccoli che siano e i loro Assessorati alla Cultura, ne rimangono quasi impermeabili, occupati come sono, in sagre e altro genere di eventi di più facile appeal.

 

leggi anche Il contemporaneo incontra l’identità siciliana

e scopri qui il bando completo per partecipare alla residenza