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Transmateria

quel che resta di noi

 

Lo scorso marzo l’Art Studio Finestreria ha inaugurato Trasmateria, mostra collettiva di Alice Capelli, Trainan Cherecheș e Pim Permpoolsombat. Tre giovani artisti e allievi del Master in Art and Ecology dell’Accademia Naba di Milano che in questa esposizione indagano l’oltre della dimensione corporea dell’uomo.

 

Lasciare una traccia. Spesso, nel vivere quotidiano, diamo per scontata la nostra presenza nel mondo terreno fatto di oggetti e tangibilità; convinti che siano parole e gesti a comunicare per noi, a dar testimonianza del nostro essere e a lasciare un segno in questa vita.

La nostra esistenza lascia un solco più o meno deciso nell’altro, e nell’altro troviamo conferma del nostro essere vivi e così ci rincuoriamo pensando che mentre i giorni passano la nostra presenza resta. Ma è davvero questo ciò che dà corpo alla nostra memoria?

 

Vista dell’allestimento. Ph Michela Pastorello.

 

La nostra esistenza è materia. Capelli, unghie, sudore, pelle, abiti dismessi, sangue sono solo alcuni degli elementi che prendono forma in questa mostra. Inaugurata il 28 marzo, presso Art Studio Finestreria di Milano, l’esposizione di Alice Capelli, Trainan Cherecheș e Pim Permopoolsombat prende forma distogliendo l’attenzione dall’uomo e sostituendolo con quel che resta di lui.

 

Alice Capelli, classe 1997, vive e lavora a Milano. Nelle opere esposte e che attraversano entrambe le vetrine di Art Studio Finestreria, l’artista esplora la dimensione fisica, lo strato epidermico, in un viaggio tra la sacralità del corpo e la sua sessualità. Nelle sue opere site specific Se resti dove sono (2023) e Strappami la buccia box (2023) indaga la dimensione corporea trasversalmente lo strato epidermico. La pelle come canale biologico ed erotico dell’essere. Capelli, come in un sacrario rigenerativo, espone frammenti e metamorfosi del corpo, unendo attraverso i suoi resti, il confine tra vita e morte.

 

 

Nato nel 1989, Traian Cherecheș, vive e lavora tra Milano e Bucarest. Nel suo fare artistico usa recuperare oggetti e forme del passato per trasformarle in altro da sé e ridarne nuova vita. L’installazione Between them, their territorries intersected, re-becoming liquid (2022) è un corpo mostruoso composto da materiali di scarto che l’artista ha recuperato nel suo studio. Questi rifiuti sono immersi in un liquido nero dall’odore respingente e racchiusi in un container di metallo, che ne delimita e definisce il confine. Tramite un motore, presente nella scultura, Cherecheș aziona un flusso d’acqua che entrando a contatto con l’opera, la contagia donando all’installazione un senso di sospensione; il nuovo che si genera e che vivendo si consuma inquinandosi.

 

 

La serie Leavings di Pim Permpoolsombat offre una panoramica su oggetti quotidiani che l’artista combina tra loro per creare una storia. Perpoolsombat, classe 1995, vive e lavora tra Milano e Bangkok. Nelle sue opere l’artista coglie l’essenza degli oggetti, conservandone  la memoria per darne nuova vita. Per la sua installazione Perpoolsombat isola il pubblico da ogni contaminazione esterna, oscurando le vetrine di Art Studio Finestreria. In questa sospensione esteriore lo spettatore è chiamato ad una comunicazione intima e sensoriale, così l’artista chiede  delicatamente di immergersi nel suo immaginario ed inventare insieme a lei una nuova storia per  vecchi oggetti.

 

 

 

 

 

 

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