Panda 4×4: il segno che attraversa il tempo
La personale di Ilai Nawe alla Galleria di Comunità esplora il gesto, la traccia e la loro genealogia percettiva.
La mostra Panda 4×4 di Ilai Nawe esplora il segno come matrice, rito e geografia del corpo, articolando un percorso che unisce fotografia, interventi materici e stratificazioni percettive. Ne emerge un viaggio immersivo nella memoria dei luoghi e nell’energia latente delle immagini, dove la superficie diventa terreno di dialogo tra esperienza personale e immaginario collettivo.
La Galleria di Comunità ospita la personale di Giovanni Castro-Ilai Nawe, a cura di ShowDesk, con testo critico di Sara Fosco, visitabile dal 20 novembre al 14 dicembre 2025. La ricerca di Nawe nasce da un gesto minimo, che diventa occasione per interrogare la relazione tra corpo, spazio e memoria. L’esposizione si configura come un dispositivo percettivo, dove il visitatore è chiamato a osservare e interrogare la genesi dell’immagine.
Una traccia che diventa racconto
Ogni segno, dall’impronta al frottage, apre a una narrazione che intreccia memoria individuale e collettiva. Come spiega l’artista, “intercettare una trama significa prelevare un segno materiale dal paesaggio e fissarlo in fotografia”, trasformandolo in matrice e soglia. La fotografia non registra solo, ma riscrive il reale, generando variazioni e nuovi significati.
Il segno come percezione
Nawe restituisce una pratica di osservazione che agisce sulla storia e sul presente, oscillando tra analisi e intuizione. “Quando da ragazzino passavo intere giornate sul tecnigrafo allenavo la mia azione percettiva”, racconta; un esercizio che diventa fondamento della sua poetica. Attraversare l’immagine è allora “una pratica di denuncia della prima percezione con cui entro in contatto con lo spazio”. Le opere funzionano come mappe sensibili che invitano a seguire la traiettoria del segno. Ogni traccia si inserisce in una rete rizomatica, un sistema fluido dove il gesto si espande per connessioni, intuizioni e ritorni, diventando metodo, strumento critico e forma di presenza. Il segno diventa così metodo, strumento critico e al tempo stesso forma di presenza.
Geografie intime e collettive
Il segno non è soltanto gesto, ma corpo: “una cartografia del presente dove la superficie rivela la geografia del corpo dell’artista”, come precisa la curatrice Sara Fosco. Le fotografie, le tele e gli interventi materici costruiscono una geografia che dialoga con la Sicilia come territorio stratificato, fatto di riti, persistenze e trasformazioni. L’opera diventa così luogo di attraversamento, punto d’incontro tra la dimensione biografica dell’artista e la memoria sedimentata dei luoghi. Ogni immagine appare come un’icona fragile, capace però di trattenere ciò che resta e ciò che ritorna: residui, tracce, indizi che rivelano un paesaggio interiore in continua evoluzione. Panda 4×4 si offre quindi come un archivio vivente, dove la percezione si rinnova e si rimette costantemente in discussione.

Installazione, reti per la raccolta delle olive e dischi realizzati con la sanza. Courtesy photo, Giovanni Castro.
Informazioni utili
Panda 4×4 è visitabile alla Galleria di Comunità, Strada S. Giacomo 13 (Messina), dal 20 novembre al 14 dicembre 2025.
Orari: mar–sab 17:00–22:00; sabato fino alle 00:30.

Panda 4×4, fotografie, dissolventi, pigmenti ad acquerello, cera; cm. 40×37 (ciascuna). Courtesy photo, Giovanni Castro.




