Estrarre la materia, estrarre la memoria:
MANGIATUTTO di Nicola Martini a Custonaci per Una Boccata d’Arte 2025
Una Boccata d’Arte, progetto d’arte contemporanea diffuso tra i borghi italiani e ideato da Fondazione Elpis – giunto quest’anno alla sesta edizione – coinvolge per la Sicilia il borgo di Custonaci (Trapani) con l’intervento MANGIATUTTO di Nicola Martini , curato da Giulia Monroy. L’opera dell’artista indaga la complessa eredità storica del contesto siciliano, legandola alla pratica estrattiva delle cave di marmo nei pressi dell’antico borgo.
A Custonaci, la memoria non è solo ricordare il passato, ma non spezzare il filo che lega gli abitanti a una presenza viva, attiva, presente. Questa presenza si snoda tra ciò che era e ciò che è attraverso il paesaggio, connubio tra natura e intervento umano, reso visibile dalle incisioni lineari del Paleolitico che abitano le grotte. Con MANGIATUTTO di Nicola Martini a Custonaci per Una Boccata d’Arte 2025, questa memoria prende forma e diventa esperienza collettiva.
Una memoria scolpita: il marmo di Custonaci
Per comprendere appieno l’opera è necessario considerare la tradizione dell’estrazione e della lavorazione del marmo di Custonaci, eletta “città internazionale dei marmi”. Nelle centinaia di cave tra il Monte Cofano e il Monte Sparagio si estraggono principalmente il Perlato di Sicilia e il Diaspro rosso, pietre pregiate e policrome impiegate fin dal Cinquecento nella realizzazione di chiese e luoghi di culto. Lavorare la pietra a Custonaci significa ricordare continuamente la propria storia, dalla preistoria al mondo contadino, fino alle cappelle cristiane. È in questo contesto che si inserisce MANGIATUTTO di Nicola Martini a Custonaci per Una Boccata d’Arte 2025, dialogando con una memoria intensamente fisica e quasi primordiale.
Decostruire la pietra, costruire la memoria
Il profondo e sfaccettato heritage dei marmi trapanesi viene reinterpretato da Martini attraverso un intervento che non ignora la componente fisica della memoria storica. La pratica scultorea di Nicola Martini erode, plasma e trasforma blocchi di Perlato Siciliano e Diaspro rosso tramite frese a tazza, restituendo nuova vita agli scarti di cava.
Agendo direttamente sulla materia litica, Martini trasforma il marmo in un archetipo temporale, una forma primitiva sospesa oltre il presente e il passato. Il vuoto delle perforazioni diventa l’anello che lega la memoria al presente: il nulla che contiene il tutto, un invito alla contemplazione meditativa.
Una geografia umana e sostenibile
L’uso di scarti di cava pone l’accento sulla sostenibilità ambientale e sul riutilizzo dei materiali. In questo modo, MANGIATUTTO di Nicola Martini a Custonaci per Una Boccata d’Arte 2025 si configura come una geografia della memoria e della trasformazione, dove il territorio appare aspro e malleabile, statico eppure in continuo mutamento. Così come lo è la memoria.