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Focus sulla pittura di Giuseppe Buzzotta

 

Dopo una lunga astinenza da mostre, riparte l’attività espositiva de L’Ascensore, spazio no profit nel cuore di Palermo dedicato alla ricerca artistica contemporanea. A inaugurare la stagione La caduta di Fetonte, personale di pittura di Giuseppe Buzzotta (Palermo, 1983) a cura di Elsa Barbieri.

In mostra quattro lavori inediti realizzati durante il 2020 in cui predominano le tinte dell’ocra e del bruno contrastate da sottili interventi di viola; un percorso espositivo dai forti contenuti segnici in un assetto spaziale sintetico, in cui l’equilibrio visivo decentra il proprio asse prospettico per accentuare il peso della presenza pittorica che ne denota campi di forza e tensioni strutturali.

La pittura astratta di Giuseppe Buzzotta, intrisa di luce calda e di vocazione poetica, riecheggia la scuola romana del ‘900: l’artista sembra confrontarsi con la celebre pittura che ha preceduto questo secolo rimanendo fedele ad una capacità gestuale e compositiva personale in cui la luminosità, raggiunta con l’uso di velature che ne contrastano le increspature cromatiche, ne accentua la vibrazione compositiva.

Nel loro significato intrinseco, i lavori in mostra seguono l’eco del mito classico in una rilettura del tempo in cui l’iconografia di Fetonte che guida il carro del Sole, incapace di tenerne le redini e fautore del suo stesso destino, ha un valore primitivo e universale poiché rimanda a dinamiche umane introspettive e private ma anche collettive, che esistono al difuori del tempo e dello spazio.

Ad affiancare il tema della mitologia che cita Fetonte e la sua caduta dal carro, episodio già interpretato in epoche passate da artisti come Michelangelo Buonarroti, Peter Paul Rubens o Gustave Moreau, si manifesta un’altra importante lettura dell’opera legata alla composizione musicale, lo suggeriscono anche i titoli dei lavori in mostra quali Volume e Canto, che evocano o meglio invocano il linguaggio sonoro; nel dialogo con l’artista è emerso che nella sua pittura così come in natura, esistono delle specifiche strutture interne alle cose che rimandano a idee precise, quali possono essere paesaggi, stati d’animo, simboli o imaginari comuni, quindi, la musica con la scrittura ritmica e successivamente con l’esecuzione musicale così come il gesto pittorico e la scrittura asemica (una scrittura senza nessun specifico contenuto semantico) possiedono forze e qualità, che nella loro concretezza sfuggono all’indagine del metodo scientifico. 

Complessivamente, tutto il lavoro di Buzzotta appartiene ad un mondo intimista che indaga gli elementi della terra e cosmo e si palesa, nella morbidezza della linea e nella statuaria dei volumi, un senso lirico di sottile eleganza.

La mostra, inaugurata il 25 febbraio rimarrà visitabile fino all’8 aprile su appuntamento presso L’Ascensore, vicolo Niscemi 8, Palermo.

Ph.credits: Filippo M.Nicoletti; L’Ascensore