Art

Secret Daimon

L’indagine di Enzo Rovella in mostra nell’isola di Ortigia

 

Nei mesi scorsi l’ex convento femminile del Ritiro in Ortigia (SR) è stato animato da entità trascendenti e potenze invisibili, ma incombenti, figlie della ricerca artistica di Enzo Rovella che giorno 29 Maggio ha inaugurato “Secret Daimon”, la mostra di pittura contemporanea che si è chiusa lo scorso 26 Giugno.

Le pareti settecentesche raccontano di epoche lontane e diverse tra loro, arcate e colonne che delineano il perimetro della vecchia cappella, un affresco un po’ rovinato e il pavimento con incisione dei GIL d’epoca fascista, arricchiscono un esempio di barocco siciliano in dialogo con la secolare tradizione del daimon.

Prima di entrare bisogna spogliarsi dall’entità concreta e razionale, lasciando al nostro lato più spirituale l’onere di conversare a tu per tu con le silhouette monocromatiche di un “Rovella blue”, ricordo delle antropometrie d’epoca blu di Yves Klein, dai contorni frattagliati, non relegabili alla semplice tela e sospese in un’alter-realtà. Varcata la sala si entra in un’atmosfera onirica permeata da diverse raffigurazioni del demone, uno dei principi più antichi della filosofia e della religione greca, in cui veniva rappresentato come un essere semi-divino a metà strada tra l’umano e il sovraumano.

Le diverse interpretazioni filosofiche hanno contribuito ad alimentare il mistero di questa essenza demonica: Eraclito ne parla come di un destino legato all’indole umana, Socrate come di una coscienza e guida morale, che si rivela in forma di delirio, nel Platonismo il demone Eros è una forza che consente agli uomini di elevarsi verso il sovrasensibile, Senocrate lega questa entità al post mortem, per gli Stoici sono dei guardiani e solo con il cristianesimo il demone assume la doppia natura contemporanea.

L’indagine di Rovella riprende le teorizzazioni storiche, tramite l’acrilico plasma e compone Guardiani, fantasmi (Gost e Gost II), ombre (Shadow), Demoni Segreti e Demoni Bianchi. Metaxy, titolo di una delle opere esposte, è una concezione ripresa dal Simposio di Platone e rappresenta la via di mezzo, una condizione a cui siamo sottoposti perennemente nella vita.

La sperimentazione di Rovella, in un’epoca di incertezze e incompiutezze, approda in una pittura complessa che suscita riflessioni e disturbi, ma che l’artista riesce a placare rifugiandosi in una guida, un guardiano, un’entità trascendente.

Il messaggio demonico vuole essere un augurio di speranza e di cambiamento, una mostra disturbante fino alla consapevolezza.

 

Foto di Walter Silvestrini – Art Director and Photographer e di Alessandra Mazzeppi.