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Brechen una mostra di rottura

Alessandro Librio – Evangelos Papadopoulos 

 

Raccontare i luoghi tramite la percezione che si ha di essi, leggerne i lati oscuri e raccontarli attraverso un punto di vista singolare è quello che hanno fatto i due artisti invitati al Verein Düsseldorf Palermo e.V., il sound artist e performer Alessandro Librio e l’artista visivo Evangelos Papadopoulos.

La mostra dal titolo tedesco, Brechen, è stata inaugurata lo scorso ottobre all’Haus der Kunst ai Cantieri Cultuali alla Zisa (Palermo) ed unisce il lavoro dei due artisti internazionali in un unico concetto che trae origine da una riflessione sul senso di rottura  messo in pratica elaborando progetti visivi e performativi differenti ma complementari e di forte impatto col pubblico.

 

Elementi in loop

Papadopoulos elabora una struttura aerea in cartongesso e legno che percorre lo spazio come un’esplosione di materia sopraelevata e scomposta, il lavoro di Alessandro Librio, invece, si incentra sulla relazione tra i suoni urbani e il contesto sociale: microfonando luoghi metropolitani, ne ricampiona il suono giocando sull’effetto modulatorio che esso propaga nell’intero ambiente. Si sommano così esperienze visive e uditive, la dimensione spaziale diventa atemporale suggerita dalle installazioni ambientali dei due artisti in dialogo.

Alessandro Librio (Erice, 1982), durante la sua carriera artistica ha più volte cercato e indagato la complessità dei luoghi, siano essi urbani o più vicini alla natura; il suono è l’elemento principale delle sue performance, creando alchimie e mettendo in relazione luoghi diversi (Palermo in Venice 54º edizione della Biennale di Venezia) o lasciando che elementi esterni collaborino alla scrittura del suono (Music for the Queen, 2014-2015).

Tutta la sua opera si compone di elementi diversi, o meglio di atti e successioni temporali registrati in momenti differenti e volti a suggerire una narrazione simultanea. Per Brechen Alessandro Librio racconta i lati oscuri della città tramite la presa diretta del rumore di un vetro infranto nell’atto di compiere un furto con scasso all’interno di un’automobile, l’azione si svolge in un quartiere non indicato della città, tramite un’esca collocata dall’artista, un uomo è spinto a compiere il furto. Librio ne filma simultaneamente l’episodio servendosi di telecamere nascoste e la registrazione diventa parte integrante della mostra. L’intero ambiente dell’Haus der Kunst diventa testimonianza dell’accaduto, lo spazio è pervaso dal suono costante dello scricchiolio del vetro ma, questa non è l’umica nota percepibile, il suono si diffonde anche grazie ad alcune lunghe molle collegate a un violoncello che il fruitore è invitato a scuotere e a far vibrare, da esse il suono si propaga e da continuità alla live performance dell’artista avvenuta durante l’opening e fruibile per tutta la durata della mostra.

 

Un’esplosione dento la stanza

Evangelos Papadopoulous (1974, Atene) dopo aver intrapreso studi ingegneristici approda all’arte visiva, vive e lavora in Germania. Papadopoulos assembla forme dinamiche nello spazio servendosi di materiali come legno, cartongesso o metallo che si modulano in forma scultorea rendendosi frammentarie e sospese, come un disegno tridimensionale nello spazio. L’installazione realizzata per l’Haus der Kunst è una struttura dinamica che si estende nell’ambiente le cui linee e volumi disegnano in un insieme di trazione e tensione in flusso. Queste forme dinamiche si paragonano alla natura nel voler ricordare le connessione del sistema nervoso o quello delle vene e il diramarsi delle piante e dei fiumi estendendosi in asimmetrie ritmiche.

L’opera di Papadopoulos suggerisce la similitudine con i principi costruttivisti che hanno contribuito alla scrittura della storia dell’arte ma non ne restituisce la visione rivoluzionaria più presente invece nel lavoro estremamente contemporaneo di Librio che raccontando la città parla anche ad essa ricavandone un’esperienza frastornante e più reale del reale, servendosi del suo punto di vista originale e capace di superare le più moderate forme d’arte, un artista capace di osservare e riconvertire le proprie intuizioni per restituire una lettura del vivere e del sapere sentire, concreta e d’avanguardia. Nel pensiero di Librio sta il genio e lo dimostrano la capacità di saper reinterpretare fatti più interessanti e contrastanti con performance quali Ruote – Lockdown 2020, Zefir – O 2019 in collaborazione con la Fondazione Merz, Il suono dei fiumi 2017 e Music for the Queen n.1, n.2  rispettivamente nel 2014 e nel 2015.

Brechen restituisce un universo di suoni e visioni urbane che perforano lo spazio tangibile rincorrendo una dimensione atemporale in cui la logica degli accadimenti è simultanea e parallela e suggerisce una connessione che supera appunto i canoni della scultura ambientale generando improvvise e inaspettate rotture.