Editoriale

 

Memoria distorta, Uomo distorto

 

Guardando le opere di Alice Chisari mi viene in mente una scena precisa: quella di un’immagine o di un disegno appena abbozzato, immersi sotto il primo sottilissimo strato d’acqua e contemplati durante l’alterazione dei loro colori e delle loro forme. In mente questa scena mi è ben chiara e anche lì, nel luogo amorfo della mia immaginazione, attendo la totale dissoluzione di quell’immagine, assistendo ad inquietanti apparizioni.

 

Alice Chisari, Rosso di sera bel tempo si spera, 2024, acrilico su tela, 150x120cm

 

La produzione artistica di Chisari si articola con naturalezza tra dipinti su tela –dall’aspetto più intimo e composto– e pitture realizzate su supporti più ricercati per via delle forme e delle caratteristiche con cui sono realizzati, come ad esempio il poliestere e il PVC –più impattanti e invasivi nei confronti percettivi dell’osservatore. Nonostante quest’ultimi rappresentino il punto di contatto con un approccio più installativo, come le colonne in poliestere inserite all’interno di un dialogo spaziale, il lavoro dell’artista rimane prettamente pittorico, appartenente ad una figurazione continuamente ricodificata dalle alterazioni della forma. Così, costretti a ruotare attorno ad elementi che modulano l’architettura dello spazio esperibile, ci si accorge di muoversi attorno a narrazioni simil-affrescate i cui protagonisti –bambini e adolescenti– si disciolgo mescolandosi con lo spazio pittorico, assumendo deformazioni irreali e mostruose. 

 

 

Se però con gli elementi installativi ci si scontra con le dimensioni spaziali, con figure ad altezza umana che si totalizzano –raramente– per mezzo di una percezione visiva in movimento, la quale determina anche la percezione mentale, con le tele avviene l’opposto. È lì, all’interno della scatola pittorica perimetrata dalla tela, che si attiva uno stallo: un momento di prolungata contemplazione, frutto della necessità di ricostruire mentalmente ciò la pittura di Chisari sgretola. Si genera in questo modo un paradossale distacco intimo, simile all’osservazione di un antico fondo fotografico familiare, per cui andando indietro nel tempo e nelle sfocature della memoria è possibile rintracciare volti estranei, eppure legati in qualche modo a noi.

 

Alice Chisari, Lucy, 2022, acrilico su tela, 100x100cm

Alice Chisari, Lucy, 2022, acrilico su tela, 100x100cm

 

 

È proprio la memoria, intesa come la capacità di ricordare e ricostruire mentalmente gli istanti vissuti, il tema alla base della ricerca di Alice Chisari. Una questione personale, privata, sovente figlia di reali fotografie familiari con le quali ricostruire un legame e delle quali, soprattutto, ricostruirne il ricordo. Il tempo e l’alterazione della memoria sono le cause principali che deformano la scena e i volti dei bambini raffigurati, diventando sapientemente metafore per accedere ad altri piani simbolici e significanti, per parlare di traumi, diversità e sofferenza. In una modalità esplicita e priva di cornici teoriche dal mero scopo decorativo, Chisari individua delle precise criticità nella contemporaneità del mondo.

 

Alice Chisari, Duemilatre, 2023, acrilico su tela, 100x150cm

Alice Chisari, Duemilatre, 2023, acrilico su tela, 100x150cm

 

Alice Chisari, Duemilacinque, 2023, acrilico su tela, 140x90cm

Alice Chisari, Duemilacinque, 2023, acrilico su tela, 140x90cm

 

E se l’individuo è figlio della memoria, perchè determina se stesso con l’orrore della violenza e della distruzione con cui annulla l’essere umano? Senza politicizzare la pittura, l’artista permette all’osservatore di proiettare l’immagine pittorica nei reali fatti dell’attualità o nel passato personale, affinché sia quest’ultimo a sentirsi più o meno vicino –più o meno coinvolto– alle determinate vicende in cui si riscontra l’abominio dell’essere umano. La mostruosa, ma ancora affettuosa e sentimentale deformazione dei volti è il tentativo dell’artista di dare una risposta a questa domanda, evidenziando una correlazione tra l’alterazione della memoria e l’alterazione del comportamento umano, sempre più pervasivo nella vita dell’Uomo stesso.

 

BIO

Alice Chisari nasce a Catania nel 1999. Vive e lavora a Palermo, dove consegue i Diplomi di I e II Livello in Pittura presso l’Accademia di Belle Arti. Tra le ultime mostre: Con Saverio Terruso, Chiesa Maria SS. Degli Agonizzati (Monreale, PA). Fresh Engine/Veniero Project Room, Galleria Giuseppe Veniero Project (Palermo). Selezionata per DOT – Festival delle Arti Contemporanee esporrà al Palazzo Cafisi di Favara (AG) nel 2024.