CONVIVIUM
a cura di Valentina Lucia Barbagallo

 

Dall’intangibilità di un’idea che, all’inizio, nebulosamente riuscivamo a vedere in pochi, alla concretezza di una tavola quadrata imbandita con “porzioni d’artista” fruibile da tutti. Un convivium contemporaneo che, dalla civiltà greco-romana riprende la fusione tra predefinite porzioni di cibo da degustare insieme e le argomentazioni filosofico-esistenziali; e dalla società contemporanea attinge, invece, le tematiche, i materiali, il linguaggio e gli stessi “commensali”. Sei artisti provenienti da città diverse che lavorano spesso sulle piccole e intime dimensioni, sulla ridefinizione dei luoghi, dei tempi e delle cose, sulla risemantizzazione degli oggetti, hanno accettato di partecipare a questo progetto di arte relazionale con entusiasmo e convinzione (!). Il fragile e delicato progetto di vita-casa di Francesco Balsamo dialoga con la mattonella “impacchettata” con carta da parati e spago di Giuseppe Mendolia Calella: entrambi gli artisti immaginano un ambiente abitativo in cui non hanno mai vissuto. Le fotografie di Enrico Piras e i semi di girasole di Carmelo Nicotra raccontano ricordi personali e abitudini collettive, risalendo controcorrente la filigrana del tempo, di un tempo non vissuto da loro ma che vede come attori i loro affetti più prossimi. Luigi Massari e Fabrizio Cosenza, invece, interrogano la storia e la natura ponendo dei quesiti trascen- dentali con i quali intendono superare l’immanenza di ciò che li circonda, alla ricerca di un senso e di un interstizio in cui l’architettura naturale, civile e di pensiero possano unirsi e colloquiare. Nel 2001, Nicholas Bourriaud, padre della definizione di arte relazionale e autore del libro Esthetique relationnelle, affermava: “il processo più importante che si è verificato dall’inizio dell’arte moderna è stata la trasformazione dell’opera da un monumento a un evento. Un evento è qualcosa che dobbiamo condividere e comprendere; nessuno comprende un evento in se stesso; esso richiede una certa discus- sione, un tentativo di stabilire uno scambio con i partecipanti o altri osservatori. Un’altra nozione degna di nota è quella di convivialità, particolarmente importante nel corso degli ultimi anni…”

“Convivium” è un’opera unica formata da sei porzioni appositamente “prelevate” da ciascun artista da opere a se stanti; da sei considerazioni autografe dei “commensali” o di altri curatori/artisti (Gianluca Lombardo, Maria Giovanna Virga, Giangavino Pazzola, Rocco Giudice), invitati a scrivere un testo che contestualizzasse la porzione in relazione alle altre porzioni e alla ricerca individuale di ciascun artista. Ai sei artisti (Balsamo, Cosenza, Nicotra, Massari, Mendolia Calella, Piras) è stato, inoltre, chiesto di scegliere liberamente una porzione di un altro “commensale” su cui scrivere delle riflessioni. Ecco che Francesco Balsamo e Carmelo Nicotra si scambiano, vicendevolmente, considerazioni sui propri lavori, si sentono telefonicamente e via mail per cercare di carpire quante più informazioni, sottigliezze, sfumature della ricerca altrui e, altrettanto, fanno Giuseppe Mendolia Calella e Enrico Piras; Luigi Massari e Fabrizio Cosenza. La stima e lo scambio umano e artistico – esistente prima ancora di questo progetto – è aumen- tato e confluito palesemente nei testi da loro scritti.

“Convivium” intende annullare la dicotomia tra artista – colui che crea l’opera – e osservatore – colui che analizza l’opera – chiedendo a ciascun artista di diventare osservatore delle altre porzioni e di sceglierne una su cui scrivere delle riflessioni da rendere note a un ulteriore “osservatore” – il pubblico – invitato, non a visitare, ma a partecipare. Confrontarsi su ciò che è, ciò che potrebbe essere e su ciò che mai sarà crea “identità” per negazione, si nutre di alterità, crea scambio, nonché, crescita individuale e col- lettiva. Per dirla con le parole di Bourriaud: “la rappresentazionenon dev’essere fine a se stessa, ma uno strumento all’interno di un meccanismo molto più complesso. Per definire questo approccio dovremmo usare la locuzione “realismo operazionale”: “realismo” perché si tratta, comunque, di un atto volto verso la realtà che è diretto a penetrarla, ma “operazionale” perché la maggior parte delle opere d’arte oggi sono orientate a una fuga dal mondo dell’arte in quanto tale e verso l’inserimento all’interno di processi reali”. La ricerca d’identità passa per due binari paralleli che sono la scoperta del sé in relazione al sé e la scoperta del sé in relazione al noi, agli altri. “Convivium” indaga proprio quest’ultimo binario instau- rando un continuo scambio di idee e di espressioni. Il linguaggio visivo conversa con quello testuale, quello testuale con quello verbale, l’arte incontra la società prima, dopo, durante “convivium” perché sono imprescindibilmente legate, facce della stessa medaglia.

Valentina Lucia Barbagallo

 

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