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CUORE SELVAGGIO

Il meraviglioso mondo dei truckers

 

Il titolo della mostra, senza alcun referente, si incastona come immaginario tra il romanzo rosa da edicola e quello romantico ottocentesco. In realtà la figura del camionista, indagata con curiosità e rispetto da Matteo Montagna e curata da Irene Sofia Comi, non si allontana molto dai protagonisti di queste tipologie di romanzi.

Un avventuriero che passa la vita sempre in viaggio e che dovendo stare, per mestiere, lontano da casa molto tempo trasforma il suo mezzo di trasporto in un rifugio accogliente, espressione della propria personalità. Una personalità forte, necessariamente burbera perché non si può far distrarre lungo la via. Pragmatico, lui sa cosa è il dovere e cosa il piacere: cerca in modo franco di farli convivere senza troppi preconcetti e moralismi.

 Si sa che i camionisti, come i pirati, viaggiano soli. Le loro mogli le lasciano a casa e quindi, per rifarsi gli occhi dopo miglia di mare o di asfalto, felicemente ne trovano una in ogni porto o vetrina di Bar Sport. Non è una soddisfazione sporca, o forse sì se lo è una gioia fisiologica, come un buon piatto caldo e abbondante. Lo stesso entusiasmo lo genera la cura del vero compagno del trucker: il suo camion. Lui ama tutto del suo camion: la potenza del motore, la massa, le sue stesse forme che personalizza con la massima attenzione e originalità facendone la propria bandiera privata, sintesi della sua personalità unica, indomabile ma allo stesso tempo femminile diremmo, assecondando gli stereotipi, proprio per la cura igienica ed estetica oltre che affettiva riservata al mezzo, al compagno che è forse una compagnA per i colori, il belletto o la stessa fusione con il concetto di strada. Quindi la metafora del pirata calza ancora una volta parlando della donna: sessualizzata e idealizzata al tempo stesso; non ammessa in cabina ma sulla chiglia della nave o sul cruscotto accanto a Padre Pio. Ha la stessa funzione delle cariatidi per i marinai: portare un po’ di conforto, un po’ di compagnia umana, di umanità calda e tenera, in una vita di chilometri. La Donna è amata dal trucker come la Notte nella canzone di Luciano Ligabue: “un po’ mamma, un po’ porca com’è”. E allora sì ai colori sgargianti sul grigio dell’asfalto, sì ai fischi di fronte a due belle chiappe, sì alla clacsonata per i momenti di gioia in cui ti senti un re – sborone e felice- in questa vita ad almeno 80 km/h.

Matteo Montagna assume questo punto di vista gioioso e infantile nella rielaborazione dei topoi del mondo dei camionisti.

L’ingresso di Current è corredato da una tendina “pelosa” a sottolineare l’entrata nel rifugio del protagonista. Le “mascherine” metalliche –bullbar, in gergo tecnico- sono modellate e dipinte con colori sgargianti, influenzate a livello cromatico e formale dai parco-giochi olandesi minimal. Questi sono rappresentati anche nella fanzine, progetto originale di Adriano Nicolosi ed esplicita manifestazione della suggestione grafica nel lavoro artistico di Montagna. Suggestione che si mescola alla visione infantile, ancora una volta, negli adesivi che interagiscono con lo spazio espositivo e che riportano fotografie fatte dall’artista mentre si trovava sui mezzi pubblici e su cui è poi intervenuto digitalmente disegnando delle donne nude con lo stile, l’irriverenza e l’ingenuità di un bambino. Lo stesso poster che si può vedere spiegando la fanzine è un disegno fatto da Montagna a dieci anni. Cresciuto nella Brianza, a contatto con questo mondo è riuscito a vederlo con la meraviglia di chi ne fa parte, conservandola nel tempo sino a condividerla anche con chi di questo universo conosce solo gli stereotipi. Irene Sofia Comi col suo racconto “autobiografico” rende verbalmente la personalità in oggetto: selvaggia e tenera. La curatrice spiega inoltre che mentre la mostra punta a far entrare il pubblico nella cabina-rifugio del protagonista, la fanzine mira a portare questa stessa idea domestica nelle singole case degli spettatori, superando con questo contatto intimo lo stereotipo diffuso di questo mondo tanto ipermediato e incompreso quanto affascinante da scoprire.

La mostra è visitabile sino al 14 dicembre presso Current (via Sant’Agnese 12, Milano).

Courtesy: l’artista e Current