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Artery: disintegrazione delle infrastrutture come metafora della nostra società.

Di Chiara Franzò

Il Concrete Group è un collettivo artistico formato da Lisa Wade e Gabriele Abbruzzese; artisti che, nonostante la diversa nazionalità, vivono entrambi in Sicilia. Lisa Wade, statunitense,  si è formata presso l’American University di Washington e lavora con istallazioni, video e pittura. Gabriele Abbruzzese, siciliano, si è formato all’Accademia di Belle Arti di Catania e si occupa di scultura, fotografia e video.

Sabato 16 febbraio è stata inaugurata, alla galleria White Garage di Catania che la ospiterà fino al 17 marzo, la mostra Artery, del collettivo artistico Concrete Group.

Artery prende corpo dalla drammatica frana del 2015, che causò il crollo del ponte Imera dell’Autostrada A19, principale arteria siciliana, all’altezza della località di Scillato.

I due artisti sono colpiti non tanto dal crollo in sé del ponte, quanto  dalle sue conseguenze. Usando le parole di Lisa Wade, “l’armageddon” causato dalla catastrofe cioè la chiusura del tratto autostradale con la conseguente difficoltà di movimento all’interno dell’Isola.

È questo lo spunto che ha portato ad una riflessione e ad una ricerca intesa come metafora globale della società attuale: impreparata dinanzi la forza distruttrice della natura di cui è spesso causa per incuria e disonestà, sfiduciata nei confronti del futuro, sempre pronta a mettere un like in un social network ma non a scendere in campo per quel like, intrappolata in un percorso obbligato, pieno di ostacoli e senza via d’uscita.

In mostra sono presenti sei fotografie e un video Infinity (Loop). Le prime documentano lo stato attuale del manto stradale totalmente disfatto e i detriti del crollo della collina che ha causato la catastrofe. Sono riprese aeree che ben mostrano il dettaglio con un taglio originale. Il video, continuamente proiettato sulla parete opposta rispetto alle fotografie, mostra un viaggio decisamente originale nelle deviazioni dell’A19. Gli artisti, con una telecamera sul tetto della vettura, hanno filmato il percorso dell’autostrada da Catania a Scillato e viceversa, e montato le parti di deviazioni in 10 minuti di video. Il risultato è straordinario: un sogno ad occhi aperti in cui perdere l’orientamento e aspettare invano la via d’uscita o la fine della deviazione. L’assenza di una meta, il disorientamento geografico, il viaggio continuo pieno di ostacoli sono metafora dello stato in cui si trova la nostra generazione, totalmente apatica e costretta a seguire un percorso già segnato.

L’allestimento è caratterizzato dalla rottura con la tradizione del white cube, costantemente immutabile nel linguaggio dell’arte contemporanea, e dalla scelta di una striscia grigia della larghezza di un metro che fa da sfondo alle fotografie. Inizialmente semplice background per le opere, nella realizzazione dell’idea ha assunto un nuovo significato: è diventata metafora dell’interruzione. Formalmente richiama nel colore, con l’ausilio delle cornici arancioni, il manto autostradale e, con la sua linea trasversale, l’asfalto rotto fotografato in una delle opere (A19_7792, 2019).

Anche le cornici, totalmente artigianali, sono state concepite dagli artisti non come semplici contenitori, ma in relazione al contenuto; difatti esternamente sono in legno, dipinte di arancione, internamente hanno un’anima di alluminio che riflette e amplifica l’immagine. Come ci ha spiegato Gabriele Abbruzzese: «La cornice si dice che veste il quadro, in questo caso invece si nutrono l’uno dell’altro».

Il Concrete Group ha così concretizzato la propria nascita, avvenuta 5 anni fa, presentando il primo lavoro concepito, elaborato e allestito totalmente a quattro mani. Accomunato da una base estetica e tematica, il collettivo, riesce a dare fluidità ed equilibrio al suo lavoro; le loro diverse esperienze, formazioni e metodologie sono perfettamente armonizzate.

Ascolta il podcast dell’intervista a Balloon On Air su Radio Lab

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