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SELFPORTRAIT. SELFREVIEW DI Adalberto Abbate

di Salvatore Davì

L’oggetto di questo intervento “SELFPORTRAIT. Build. Destroy. Rebuild”, è la mostra personale di Adalberto Abbate, inaugurata il 29 giugno presso la Galleria d’Arte Moderna di Palermo e visitabile fino al 2 settembre.

I soggetti coinvolti nella redazione di questo scritto perdono la loro posizione di sicurezza intersecando i propri mezzi comunicativi al punto da produrre un ibrido intervista/ autointervista/ recensione/ autorecensione.
Ho scelto dunque di ‘sottrarre spazio alla mia voce’ e ‘far recensire’ la mostra direttamente all’artista affinchè questo testo mantenesse una somiglianza con i lavori esposti e con la metodologia dell’artista stesso, ovvero con l’uso attento del contenuto, dell’ironia e della critica politica e sociale portata avanti con accurato e sottile cinismo. Ho proposto ad Abbate un dialogo che giochi sulla relazione tra opera d’arte e testo e sulla loro paternità. Per far ciò ho selezionato alcune immagini delle opere in mostra mettendo in campo un ribaltamento di posizioni tra me e lui.
Partendo da questo presupposto io sono l’immagine e lui la parola.

SD — stabiliamo che questa conversazione avvenga alla presenza di un testimone della serie Rivolta. Sei d’accordo?


(a)

AA — Questa é l’immagine di chiusura del progetto Rivolta ed è come se fosse l’esposizione” di una reliquia religiosa, una mazza incisa con la dicitura “For politicans only” che collega il progetto del 2009 ai più recenti SELFPORTRAIT. Build. Destroy. Rebuild, Rappresenta il passaggio energetico di un’idea di cambiamento, carica di rabbia e presa di coscienza, avvertita anni fa e che poi si é manifestata concretamente nella primavera araba. La delusione di chi ha combattuto per abbattere la mostruosità-potere e adesso si ritrova in uno stato di confusione, sconforto e abbandono… un limbo molto pericoloso, una miscela esplosiva di paura e sospetto dove il nuovo potere cambia mille volti diventando irriconoscibile ed inattaccabile.

SD —


(b)

AA — a questo punto direi di aspettare, lasciare le mazze da baseball appoggiate al muro e stare a guardare. Non vorrei vederle impugnate da nessuno, però sarebbe il caso di usarle contro noi stessi che abbiamo permesso ed assistito al declino di una società, con complicità e distrazione. Non ho nessuna fiducia in chi promette un cambiamento, nei rivoluzionari che puzzano di corruzione. C’è molto rumore per nulla e mi dispiace pensare che continuerà ancora per molto.

SD


(c)

AA — è come guardarsi dentro e contemporaneamente guardare una società confusa in continua riprogrammazione; l’identità si e’ rarefatta e con essa ogni percezione di qualità, di verità e di confine tra bene e male.
L’individuo, carico di responsabilità e colpe, in continuo affanno verso alterati ed eterogenei traguardi, si trova ad essere nello stesso tempo il male da combattere e la soluzione all’irreparabile disastro. Il paesaggio interiore e quello esterno hanno margini sfuocati e nulla é più familiare. L’individuo riesce solo ad annusare nell’individuo stesso la colpa di tutto. La mostruosità (il potere in prima battuta) è in continuo movimento, impossibile da combattere al punto da rendere l’esistenza al limite della sopportabilità… attimi brevi di respiro e lunghi periodi di oscurità. Il termine che potrebbe racchiude lo stato d’animo causato da ciò é Unheimliche, un aggettivo sostantivo della lingua tedesca, usato per esprimere l’angoscia che si sviluppa quando una persona, una cosa o una situazione vengono percepite come familiari e al contempo estranee generando cosi paura, spaesamento, confusione ed estraneità.

SD —

…………………………………………………..
…………………………………………………..(d)

AA — la coscienza politica è entrata nelle case con forza come non succedeva da decenni. La malapolitica europea e globale ha unito i popoli in un’unica maestosa nausea.
La gente non riesce più a vivere in una società confezionata per una libertà comoda ed edulcorata dalla falsità… anche la felicità è ormai corrotta. Il desiderio di ribellione va crescendo da anni, dagli Stati Uniti alla vecchia Europa passando per il nord Africa, ma ancora non é davvero iniziato nessun credibile processo di cambiamento. Le porcellane sono un ritratto della nostra duplice attrazione e repulsione per una comodità corrotta.

SD —


(e)

AA — Troppe voci al potere senza la costruzione di significati. Dovrebbe tornare il silenzio per non sentire più l’inutile e fastidioso brusio delle idee e della falsa dedizione verso le condizioni del paese e della gente. Troppe idee… troppe stupide idee ‘geniali’ ci stanno soffocando, ma in concreto nessun movimento, nessun cantiere, nessuna azione, solo parole e un muro di gomma.

SD —


(f)

AA — camminando per Palermo troverai la scritta “Sinistra Antagonista Sto Cazzo!”.
Ecco! la percezione corretta della gente…la stessa frase l’avrebbero potuta scrivere gli ex traditi e giustamente confusi simpatizzanti delle destra contro la destra stessa. La politica è in cammino verso un punto di fusione totale…di totale accordo (da circa un decennio). Nella nostra italica politica da supermercato le ideologie sono materiale da merchandising. La cultura é oggi un sistema di propaganda e la peggiore di tutte é la cultura di sinistra…ed ecco che sbaglio. Oggi in Italia non esiste più nessuna cultura di destra e nessuna di sinistra, nè di sopra e neppure di sotto. Gli eroi giocano con gli antieroi (di gran lunga più interessanti e fascinosi). Abbiamo divorato e digerito tutto, senza capirne il sapore, e non ci fermiamo mai a riflettere. Abbiamo mischiato tutto in un’unica minestra che ci viene servita ogni giorno. Dovrebbe salvarci una corretta e spietata informazione… ma è andata a puttane.

SD —


(g)

AA —  il lavoro ti ruba, ti rubano il lavoro, il lavoro rende liberi e poi ti uccide, ti spezza. Puoi scegliere un lavoro part-time, invece lavori come un full-time, pagato come un part-time. Vacanza lavoro, pane e lavoro. chi non lavora non fa l’amore, chi lavora si stressa e diventa impotente, lavoro in nero, sottopagato, mal retribuito e non retribuito per niente, il lavoro ogni tanto, il lavoro a contratto, un milione di posti di lavoro e due milioni di calci in culo, le morti a lavoro e chi non muore a lavoro perché è senza lavoro e si suicida, lavorare meno e lavorare tutti, l’arte del lavoro, Il lavoro e la questione del mezzogiorno. Lavorare poco e male al Sud per andare tutti al Nord lasciando affetti e famiglia… in compenso una casa Ikea con vista-nebbia e una vita di merda. Prestiti agevolati e lavorare per la malavita, lavorare tutta la vita e la scoperta dell’Eternit e di chi non te l’ha detto. Il lavoro nobiliterebbe l’uomo ma oggi lo rende solo una bestia.

 

(a) Adalberto Abbate, For politicians only, serie Rivolta, 2009, stampa su pvc, cm 100 x 70, courtesy Galleria Francesco Pantaleone.
(b) Adalberto Abbate, For politicians only, serie Rivolta, 2009, mazze da baseball modificate, courtesy Galleria Francesco Pantaleone, foto di Valentina Glorioso.
(c) Adalberto Abbate, SELFPORTRAIT, 2011, ritratto fotografico danneggiato, cm 50 x 60, courtesy Galleria Francesco Pantaleone, foto di Valentina Glorioso.
(d) Adalberto Abbate, Antagonisti, serie Rivolta, 2009, balaclava in lana su porcellana, courtesy Galleria Francesco Pantaleone, foto di Valentina Glorioso.
(e) Adalberto Abbate, Build. Destroy. Rebuild, 2012, stampa su pvc, cm 100 x 110, courtesy Galleria Francesco Pantaleone.
(f) Adalberto Abbate, Build. Destroy. Rebuild, 2012, stampa su pvc, cm 100 x 110, courtesy Galleria Francesco Pantaleone.
(g) Adalberto Abbate, Build. Destroy. Rebuild, 2012, attrezzi da lavoro modificati, courtesy Galleria Francecso Pantaleone, foto di Valentina Glorioso.

Adalberto Abbate, SELFPORTRAIT. Build. Destroy. Rebuild.
29 giugno – 2 settembre 2012
Galleria d’Arte Moderna – Via Sant’Anna 21, Palermo

www.adalbertoabbate.com

 

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